Pensieri per il "dopo"
Fino a poco fa (marzo forse) molti erano quelli che pensavano che il “dopo” sarebbe stato come il “prima”: passata la “buriana” - la tempesta -, lentamente avremmo ripreso ad agire i comportamenti e i modelli sociali ed economici precedenti. E quindi anche i comportamenti e le qualità manageriali coerenti con quell’ambiente.
Sono sempre meno quelli che la pensano così, ed io sono fra quelli.
Certo è facile immaginare, ad esempio, che il telelavoro avrà sempre più spazio, il distanziamento sociale anche, nella vita quotidiana di relazione come in quella professionale, o che sempre più intenso sarà l’utilizzo della tecnologia e l’emergere di modelli distributivi, e di fruizione di servizi, diversi (si pensi ai siti che già oggi “leggono” libri).
Ma quali saranno i comportamenti manageriali e le attitudini personali rilevanti in un (semi) nuovo mondo?
Innanzitutto la capacità di operare /gestire /decidere in condizioni d’incertezza e instabilità.
Disporremo di meno informazioni dall’ambiente e dallo scenario competitivo. Le informazioni non saranno sempre omogenee, non sempre sincrone né certe, ma tuttavia occorrerà comunque decidere e farlo con minori e più aleatorie variabili a disposizione.
L’instabilità e l’incertezza saranno, per lungo tempo, caratteristiche strutturali di ogni impresa, di ogni iniziativa imprenditoriale e di ogni decisione manageriale.
Dovremo sviluppare capacità nuove di adattamento rapido ai cambiamenti e a mutate imprevedibili condizioni.
Cosa significa?






